Artrosi e fisioterapia: quando l'intervento chirurgico può aspettare

La fisioterapia rappresenta una cura efficace dell'artrosi combattendo i dolori articolari e aiutando le articolazioni a rigenerarsi, grazie ad approcci terapeutici sempre più specialistici e tecnologici.

Artrosi e fisioterapia: quando l'intervento chirurgico può aspettare

L’artrosi, o meglio osteoartrosi, è la più comune causa di dolore e sofferenza articolare: questa patologia a carattere cronico-degenerativo, infatti, colpisce più della metà della popolazione con l’avanzare dell’età. Ha una progressione  generalmente lenta può interessare tutte le strutture che compongono le articolazioni (cartilagine, sinovia, capsula articolare, osso).

Quali possono essere le cause dell’artrosi?

 Possiamo classificare due tipologie di artrosi:

  1. Artrosi primaria, con forte impronta genetico familiare, che prevale nel sesso femminile e può avere carattere monoarticolare (interessare esclusivamente un’articolazione) oppure multiarticolare (interessare diverse articolazioni);
  2. Artrosi secondaria, in cui sono vari e molteplici i fattori che possono concorrere a costituire la condizione patologica:
  • Obesità;
  • Alterazioni metaboliche (es. carenza di calcio);
  • Dismorfismi (es. ginocchio varo o valgo che alterano i normali assi di carico articolare);
  • Instabilità articolare;
  • Sovraccarichi funzionali ripetuti dovuti al lavoro o a una specifica attività sportiva;
  • Pregresse condizioni infiammatorie articolari (es. artriti settiche, artrite reumatoide).

Quali sono i sintomi dell’artrosi?

La sintomatologia è locale e normalmente subdola e tardiva rispetto all’inizio della patologia, ma, pur a carattere progressivo, presenta periodi di attenuazione o remissione.

Il dolore risulta intenso all’inizio del movimento (es. al mattino), si attenua durante l’attività funzionale e si riacutizza dopo affaticamento (es. la sera) e nelle fasi avanzate ha carattere piuttosto continuo fino ad arrivare a disturbare il riposo notturno.

Un altro aspetto caratteristico dell’artrosi è la limitazione funzionale (cioè la difficoltà a compiere i normali movimenti dell’articolazione), anche questa a carattere progressivo e invalidante se non viene improntato un adeguato e ciclico piano fisioterapico.

Esami diagnostico-strumentali

L’esame strumentale principale per accertare la patologia artrosica è certamente quello radiografico, attraverso cui indagare lo stato di salute dell’articolazione. Le principali alterazioni strutturali dell’articolazione artrosica sono:

  • Restringimento della rima articolare;
  • Osteofitosi marginale (protuberanze ossee che si sviluppano ai margini dell’articolazione);
  • Alterazioni della struttura ossea subcondrale (cioè danno osseo sottocartilagineo) con zone di sclerosi dell’osso e cavità geodiche, alterazioni che si manifestano nei casi di evoluzione piuttosto avanzata della patologia;
  • Alterazioni della capsula articolare consistenti in edema, ispessimento, fibrosclerosi.

 

Risulta utile effettuare, in alcune situazioni, un esame di RMN (Risonanza magnetica) per valutare il grado di danno cartilagineo. Soprattutto nelle fasi iniziali della patologia una valutazione del grado di danno cartilagineo o della presenza di interessamento della capsula articolare, può risultare decisivo per approntare il percorso terapeutico più adeguato.

La fisioterapia e la cura dell’artrosi

Nei moderni approcci fisioterapici risulta fondamentale riferirsi alla classificazione di Outerbridge del 1961 per la stadiazione del danno cartilagineo:

  1. Grado 1 - rammolimento precoce della cartilagine e fibrillazione;
  2. Grado 2 - fissurazione e crollo della superficie cartilaginea inferiori ad 1 cm;
  3. Grado 3 - fissurazioni severe e frammentazione superiore ad 1 cm;
  4. Grado 4 - Esposizione dell’osso subcondrale.

Tale classificazione risulta estremamente importante in quanto recenti studi hanno dimostrato come il laser ad alta potenza sia l’unica terapia fisica strumentale ad oggi impiegata in fisioterapia capace, attraverso lo stimolo anabolico, di rigenerare le cellule costituenti la cartilagine (condrociti), dopo aver ridotto la condizione infiammatoria delle componenti articolari. Ciò è possibile in presenza di un quadro artrosico di grado 1 o 2, in cui il danno cartilagineo non sia ancora così importante da aver già esposto l’osso subcondrale, cioè l’osso che si trova al di sotto della cartilagine articolare.

Da qui si evince chiaramente come sia fondamentale diagnosticare l’artrosi precocemente, così da poter rallentarne il più possibile l’evoluzione o addirittura arrestarne la progressione, improntando un trattamento mirato e specifico.

Un trattamento riabilitativo efficace non può prescindere dall’integrazione di diversi trattamenti fisioterapici:

La scelta dei trattamenti fisioterapici, e di come il fisioterapista li integrerà fra loro, dipenderà dallo stadio della patologia (attraverso valutazione dell’indicazione medica e degli esami diagnostici) e dalla valutazione funzionale fisioterapica (dolore, limitazione della forza e del movimento, alterazione del movimento, instabilità articolare).

Il trattamento sarà differenziato a seconda che ci troviamo di fronte ad una fase di riacutizzazione dolorosa, in cui sarà necessario agire prima sulla riduzione del dolore e appena possibile sulla funzionalità articolare, oppure che ci troviamo in una fase in cui dolore ed infiammazione articolare non sono preponderanti e ci si potrà concentrare, quindi, sul recupero funzionale e sul rinforzo muscolare.

Trattandosi di una patologia a carattere cronico-generativo, risulta determinante ricordare come sia opportuno programmare cicli riabilitativi regolari e costanti, così da poter raggiungere i migliori risultati possibili e mantenerli nel tempo. Questo approccio, basato sulla cura della cartilagine, è necessario per scongiurare, o ritardare il più possibile, quella che fino a poco tempo fa risultava l’unica soluzione possibile per l’artrosi: l’intervento chirurgico.

Bibliografia:

1) Journal            Lasers in Medical Sciences 2017 Summer; 8(Suppl 1):S12-S19 systematic review

2) Trattato di Medicina Fisica Riabilitativa; medicina Fisica e Riabilitazione; Nino Basaglia; Idelson Gnocchi 2000;

3) Clinica Ortopedica, C. Morlacchi A. Mancini, Piccin 2003.

  • Domenica, 26 Aprile 2020 17:28

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