Si stima che circa i 2/3 della popolazione abbia sofferto almeno una volta nella vita di dolore al collo: d’altronde quasi quotidianamente capita di sentire la fatidica frase “ho la cervicale!”, a voler indicare che quel tratto della colonna vertebrale è dolente e presenta una problematica.
Tutti noi abbiamo una colonna cervicale, che è il segmento più mobile dell’intera colonna vertebrale, il quale riveste un ruolo fondamentale di sostegno e corretto posizionamento del capo per garantire l’orizzontalità dello sguardo, la corretta postura dei segmenti vertebrali sottostanti, l’orientamento corretto dei recettori dell’orecchio responsabili del mantenimento della coordinazione e dell’equilibrio e molte altre funzioni interconnesse.
Definizione e classificazione
Esistono differenti definizioni che ci possono aiutare a classificare una cervicalgia, quella più condivisa è “dolore localizzato nella regione posteriore del rachide cervicale dalla linea nucale superiore alla linea passante per il processo spinoso della prima vertebra dorsale”. (1)
In riferimento alla localizzazione si possono distinguere:
- Dolore cervicale alto, cioè relativo alla zona tra nuca ed occipite fino alla seconda vertebra cervicale;
- Dolore cervicale inferiore, localizzato dalla quarta vertebra cervicale fino alle spalle e alla regione infra-scapolare;
In riferimento al criterio temporale possiamo distinguere:
- Dolore cervicale acuto, circoscritto in un arco temporale di 7 giorni circa;
- Dolore subacuto in cui i sintomi persistono tra i 7 giorni 3 mesi;
- Dolore cronico quando si protrae oltre i 3 mesi.

Sintomi
Nell’ articolo parliamo di dolore al collo, che di per sé è già un sintomo legato ad altre condizioni patologiche che ne sono la causa; è necessario, tuttavia, distinguere le diverse tipologie di manifestazione di dolore al collo: può riguardare il tratto cervicale alto o basso, essere associato a vertigini, mal di testa, nausea, essere localizzato solo ed esclusivamente nella zona cervicale o irradiato verso il basso fino ad estendersi sugli arti superiori nelle cervico-brachialgie, sulla testa fino ad arrivare al viso soprattutto nei casi di malocclusioni dentarie o di problematiche temporo-mandibolari. Le cervicalgie possono quindi essere distinte in specifiche ed aspecifiche in merito alla presenza o meno di cause note e ben distinte.
Cause di dolore al collo
Esistono differenti possibili cause di cervicalgia, che per tale motivo viene definita una condizione multifattoriale. Si possono distinguere:
- Fattori modificabili, cioè vizi posturali, sedentarietà, abitudini alimentari scorrette, abuso di fumo e alcool, qualità e ritmo del sonno, fattori psico-sociali;
- Fattori non modificabili, cioè l’appartenenza al sesso femminile, l’età adulta, genetica sfavorevole, traumi, chirurgia, condizioni patologiche, dolore in altro distretto vertebrale o agli arti.
Tra le teorie che sostengono le cause di dolore al collo di natura degenerativa si possono annoverare le più frequenti, cioè le discopatie, l’artrosi, le radicolopatie, spesso con dolore che può estendersi fino al braccio/mano come nel caso della cervico-brachialgia. Spesso il dolore al collo può essere collegato ad una debolezza muscolare o, al contrario, ad un overuse con conseguente stress ed affaticamento. Tra le varie cause elencate la letteratura suggerisce una forte correlazione tra cervicalgia e stress psicologico, sia personale che in contesto familiare/lavorativo, depressione, atteggiamenti di chiusura, paura e ansia. (2)
Il protrarsi del dolore può generare a cascata una serie di compensi nel movimento, alterazioni posturali, atteggiamento mentale sfavorevole nei confronti della parte fino ad una vera e propria paura del movimento; inoltre la costante stimolazione dolorosa a livello del cervello fa sì che questo resti “all’erta” nei confronti di svariati stimoli, fino ad arrivare alla cosiddetta sensibilizzazione centrale, cioè “un’esperienza e un vissuto del dolore di natura decisamente sproporzionata (in negativo) rispetto alla natura e all’entità dello stimolo dannoso di partenza, con seguente perdita di controllo sugli stimoli nocicettivi-dolorifici”. (3)
Come risolvere il dolore al collo con la terapia manuale?
Il dolore al collo è, quindi, ad origine multifattoriale e la sua adeguata gestione richiede prima di tutto l’adozione di un corretto stile di vita sia a scopo preventivo che curativo, un’adeguata valutazione da parte del fisioterapista, il quale studierà gli esami di diagnostica strumentale (RX, RM, TAC) qualora fossero richiesti in base alla possibile causa di dolore al collo e terrà conto di eventuale prescrizione medica escludendo innanzitutto la presenza di patologie o condizioni di salute che richiedano approfondimenti medico-specialistici o altro approccio terapeutico. Seguirà un percorso riabilitativo fisioterapico personalizzato che tenga conto di tutte le cause e possibili fattori implicati nella manifestazione del dolore cervicale.
Recenti studi hanno dimostrato l’efficacia di protocolli di esercizio terapeutico in associazione alle tecniche specifiche della terapia manuale sul rachide cervicale e cervico-dorsale. (4)
La terapia manuale è una branca della fisioterapia che si occupa di ripristinare la corretta mobilità e fluidità nel movimento in assenza di dolore attraverso l’utilizzo delle mani eseguendo tecniche e metodiche specifiche. La terapia manuale include infatti:
- Manipolazioni spinali;
- Mobilizzazioni articolari;
- Massaggio.
Per esercizio terapeutico si intende esercizio fisico con finalità terapeutica, atto a recuperare la forza, la mobilità, la stabilità, la resistenza. La combinazione di tecniche di terapia manuale ed esercizio terapeutico si è dimostrata efficace nel trattamento del dolore al collo per svariati motivi:
- il dolore viene modulato da parte del sistema nervoso quando questo viene sollecitato con stimoli di altra natura, come accade nell’esercizio fisico, grazie alla sommazione di impulsi che coinvolgono determinate aree corticali per un certo periodo di tempo (5);
- la modulazione del dolore ottenuta attraverso la terapia manuale, invece, è legata oltre che al meccanismo del “gate-control”, cioè del controllo del dolore attraverso particolari circuiti nervosi, anche alle modificazioni dei tessuti trattati, in termini di vascolarizzazione, miglior scorrimento fasciale, migliore mobilità (6).
La scelta delle tecniche e metodiche sarà determinata dalle limitazioni presenti associate al dolore al collo, nell’ottica di continua rivalutazione del paziente, tra una seduta e l’altra, ma anche nella stessa seduta per valutare la situazione pre/post trattamento. Si potranno scegliere:
- tecniche di mobilizzazione con movimento quando si ha un blocco articolare, nelle quali il terapista incoraggerà il movimento attivo del collo nelle varie direzioni dello spazio insistendo con le dita in punti vertebrali specifici;
- esercizi di movimento attivo che coinvolgano i muscoli flessori, estensori, rotatori, inclinatori del collo con particolare attenzione ai possibili compensi, indicatori di debolezza muscolare o di limitazione articolare del movimento; si potranno proporre esercizi globali di riattivazione muscolare opportunamente dosati e selezionati in relazione alla condizione clinica e alle abilità motorie del paziente;
- nella gestione del dolore, soprattutto se particolarmente intenso, potrebbe essere indicato prediligere tecniche di release fasciale, trazioni manuali, massoterapia, Rieducazione Posturale Globale RPG al fine di ottenere la riduzione del un dolore al collo e/o la centralizzazione di un dolore irradiato in altra sede e la riduzione delle tensioni mio-fasciali; in alcuni casi potrà risultare utile associare all’approccio manuale la terapia fisica strumentale, in particolare la laser terapia ad alta potenza e la tecar terapia;
- le tecniche manipolatorie consistono, invece, in mobilizzazioni rapide che consentano di superare la barriera data dalla tensione delle strutture muscolo-tendinee e fasciali rilasciando il caratteristico “pop”, dato dalla liberazione di micro bolle di aria articolare, consentendo il recupero dell’articolarità; queste saranno scelte in casi selezionati, previa visione di referti RM ed esclusione di condizioni patologiche vascolari, anche latenti. (7)
In conclusione l’approccio fisioterapico in caso di dolore al collo è rivolto innanzitutto a riequilibrare il corpo nella sua globalità, ad incoraggiare la persona al movimento, a promuovere un corretto stile di vita in un’ottica molto più ampia del solo trattamento locale del dolore, affinché egli possa raggiungere uno stato di salute e benessere globale.
La terapia manuale, in associazione alla terapia fisica strumentale, all’esercizio terapeutico e all’educazione al paziente sono le soluzioni vincenti in caso di dolore al collo, l’importante è affidarsi ad un fisioterapista adeguatamente formato, il quale collaborerà con tutti i professionisti implicati nella corretta gestione della problematica al fine di ottenere il miglior risultato possibile. Ultimo ma non meno importante: risolvere il dolore al collo è possibile, senza gli effetti collaterali dei farmaci e con benefici duraturi nel tempo.
Bibliografia:
1) McGuirk e Bogduck, Management of Acute and Chronic Neck Pain: An Evidence-based Approach, Volume 17 Pain Research and Clinical Management, Elsevier Health Sciences, 2006;
2) Croft PR, Lewis M, Papageorgiou AC, et al. Rick factors for neck pain: a longitudinal study in the general population. Pain 2001; 93:317-25;
3) Moseley GL, Flor H. Targeting cortical representations in the treatment of chronic pain: a review. Neurorehabil Neural Repair 2012; 26: 646-52;
4) Gross A, Kay TM, Paquin J-P, Blanchette S, Lalonde P, Christie T, etal. Exercises for mechanical neck disorders. Cochrane Database Syst Rev 2015;
5) Vaegter HB, Handberg G, Graven-Nielsen T. Isometric exercises reduce temporal summation of pressure pain in humans. Eur J Pain 2015;19(7):973–83. 60;
6) Ernst, 2000; Lascurain-Aguirrebena et al., 2016; Maigne e Vautravers, 2003; Vigotsky e Bruhns, 2015;
7) Greenman, Principi di Medicina Manuale, Futura Publishing Society, 2012.