La riabilitazione del pavimento pelvico è una branca della fisioterapia che si occupa delle disfunzioni del perineo, un sistema muscolare complesso localizzato nel basso ventre.
Questo tipo di riabilitazione tratta una sfera particolarmente intima della persona, per questo nel tempo un alone di tabù e verità nascoste l'ha resa poco nota, nonostante già dal 1948 il Pelvic Floor Muscle Treatment (PFMT) iniziò ad essere prescritto come terapia elettiva per l’incontinenza urinaria. Oggi l’informazione e le conoscenze hanno portato a parlare con più libertà delle problematiche del pavimento pelvico e a considerare il trattamento fisioterapico la vera cura delle stesse.
Ma che cos'è il pavimento pelvico?
Il pavimento pelvico è un sistema formato da legamenti, muscoli e fasce collocato a mò di culla orizzontalmente nella porzione inferiore del bacino, tra il pube ed il coccige. La sua funzione è contenere e stabilizzare gli organi dell’apparato urinario ed escretore, evitando prolassi vescicali (cistocele), uterini (isterocele), intestinali (enterocele) e rettali (rettocele), oltre a rappresentare una base forte ed elastica per consentire i normali ritmi di continenza e svuotamento vescicale e rettale e consentire una attività sessuale normale. Ogni strato muscolare del pavimento pelvico svolge funzioni specifiche:
Può sorprendere che tutti questi muscoli siano costantemente attivi e funzionali senza che ce ne rendiamo conto: probabilmente non ne abbiamo consapevolezza perché sono profondi, nascosti e quasi mai attenzionati nei programmi di allenamento. Si tratta di muscoli che, al pari di tutti gli altri, necessitano di essere rilasciati se troppo contratti, allungati se eccessivamente accorciati, allenati se poco tonici. [1]
Di cosa si occupa la riabilitazione del pavimento pelvico?
La riabilitazione del pavimento pelvico è fondamentale nel trattamento di:
Occorre precisare che la riabilitazione del pavimento pelvico gioca un ruolo fondamentale:
In generale, gli obiettivi della riabilitazione del pavimento pelvico sono:
Analizziamo la problematica più diffusa: l'incontinenza urinaria.
L’incontinenza, o perdita involontaria di urina, è una delle problematiche maggiormente diffuse, sia nell’universo maschile che femminile. La minzione fisiologica, infatti, è possibile grazie alla conservazione della funzione dei meccanismi involontari e volontari che la comandano, oltre che all’integrità anatomica delle strutture. Il meccanismo involontario permette il riempimento della vescica, provocando la distensione delle sue pareti ricche di recettori: questi ci avvertono quando arriva il momento di mingere, dandoci una sensazione di pienezza. Per innescare il meccanismo volontario di svuotamento della vescica i muscoli del pavimento pelvico si rilassano, lo sfintere uretrale si apre permettendo la fuoriuscita dell’urina. Di norma la vescica garantisce un’autonomia di 3-4 ore durante il giorno, che diventa di 7-8 ore durante la notte, permettendo così un riposo notturno non interrotto dalla necessità di urinare. Quando questi meccanismi non funzionano ci troviamo davanti all’incontinenza, che si distingue in:
I fattori di rischio per l’incontinenza urinaria femminile sono:
I fattori di rischio nell’uomo sono rappresentati per lo più da interventi chirurgici prostatici e/o uretrali, a seguito dei quali si può incorrere all’incontinenza urinaria di grado medio-severo. Sono diverse le evidenze scientifiche che attestano un miglioramento dell’incontinenza urinaria, anche nella fase pre-operatoria dell’intervento chirurgico di prostatectomia radicale grazie ad un adeguato trattamento riabilitativo. [2]
In che cosa consiste una seduta di riabilitazione del pavimento pelvico?
La riabilitazione del pavimento consente di curate le svariate problematiche del sistema genito-urinario e colon-proctologico grazie all’utilizzo di diverse terapie manuali e strumentali.
Occorre precisare che le sedute si effettuano in ambienti adeguati, nel rispetto della privacy e del confort del paziente. Il fisioterapista, professionista sanitario laureato e adeguatamente formato, ha a disposizione un bagaglio di conoscenze tecniche e metodologie che, integrate, risultano determinanti nella cura delle patologie perineali. Le tecniche e metodologie eseguite dal fisioterapista specializzato nella riabilitazione del pavimento pelvico sono:
I risultati di un lavoro multidisciplinare, basato su un approccio combinato di lavoro manuale, biofeedback elettromiografico, stimolazione elettrica, terapia comportamentale è stato dimostrato efficace nel trattamento dell’incontinenza urinaria da diversi studi, tra i più recenti segnaliamo quelli di Peticca et al 2002, Di Benedetto et al 2004. [3] Ulteriori studi sulle disfunzioni ano-rettali sono stati eseguiti da Norton nel 2001 e sulle disfunzioni sessuali nel 2008 da Rosebbau e Fall nel 2008. [4]
In conclusione vorremmo far riflettere sull’aspetto psicologico della persona che soffre di incontinenza urinaria: un numero sempre crescente di donne e di uomini vedono limitarsi nell’autonomia e nella libertà di una sessualità serena, di una passeggiata spensierata, di frequentare luoghi affollati per paura di non fare in tempo… Il primo passo per riprendere le redini della propria indipendenza deve essere parlarne, sottoporsi a visite e controlli periodici, non vergognarsi, tantomeno credere che l’incontinenza sia “normale” e che convivere con pannolini e assorbenti sia la soluzione al problema! La sfera intima e delicata con la quale il fisioterapista entra in contatto nel percorso riabilitativo di queste persone dà al trattamento riabilitativo stesso una connotazione profonda, spesso molto confidenziale, come in poche professioni accade. Per questo riteniamo che la riabilitazione del pavimento pelvico sia una vera e propria missione: “prendere per mano e accompagnare, stare al fianco e aiutare a rinascere”.
[1] https://incontinenza.aifi.net/pavimento-pelvico/;
[2] “Risultati continenza migliorata con preoperatoria dei muscoli del pavimento pelvico esercizi di rafforzamento.” Sueppel C., Kreder K.- Physician’s Clinic of Iowa/ Urologia, Cedar Rapid, IA, Stati Uniti d’America- Urol Nurs 2001 Jun; 21 (3): 201-10;
[3] (Peticca et al 2002, Di Benedetto et 2004);
[4] Ulteriori studi sulle disfunzioni ano-rettali sono stati eseguiti da Norton nel 2001 e sulle disfunzioni sessuali nel 2008 da Rosebbau e Fall nel 2008.