Le onde d'urto in fisioterapia: Cosa sono e come funzionano

Le onde d’urto, in inglese Extracorporeal Shock Wave Therapy (ESWT), rappresentano una terapia fisica strumentale riconosciuta scientificamente efficace in fisioterapia, a livello internazionale.

Le onde d'urto in fisioterapia: Cosa sono e come funzionano

Ma cosa sono le onde d’urto? Possiamo definirle una sequenza di impulsi sonori ad alta energia, alta frequenza, rapido picco di salita seguito da una fase negativa. Le diverse tecnologie in commercio consentono di emettere due tipologie di onde d’urto:

  • radiale, la più usata per il trattamento delle patologie tendinee e muscolo-scheletriche in fisioterapia, nella quale l’energia si propaga nel tessuto bersaglio ad una profondità stabilita;

  • focalizzata, produce un’onda circoscritta in una area più piccola ad una data profondità.

Perché le onde d’urto sono utilizzate in fisioterapia?

Le onde d’urto, grazie al fenomeno della cavitazione, determinano effetti biologici sulle membrane di rivestimento di diverse popolazioni cellulari : osteoblasti, responsabili della produzione della matrice ossea, tenociti, le cellule di cui sono costituiti i tendini modulando il processo patologico e restaurando l’equilibrio metabolico-funzionale della struttura tandinea, recettori del sistema nervoso per modulare il dolore, cellule staminali e di rivestimento dei capillari nei quali genera effetto di “pulizia” delle sostanze nocive grazie all’ aumento del micro-circolo e formazione di vasi collaterali che consentono una più efficace e veloce riparazione dei tessuti danneggiati.

Proprio grazie a queste caratteristiche, l’onda d’urto viene utilizzata efficacemente per il trattamento di diverse patologie in fisioterapia:

  • Tendinopatie della spalla calcifiche e non calcifiche

  • Tendinopatie inserzionali croniche

  • Tendipatie del Tendine di Achille

  • Fratture da stress

  • Contratture muscolari

  • Sindrome dolorosa del grande trocantere

  • Fascite plantare con e senza spina calcaneare

  • Dolori articolari da sovraccarico

  • Pseudoartrosi/mancato consolidamento delle fratture

  • Osteonecrosi in fase precoce

  • Osteocondrite dissecante nelle fasi iniziali dopo maturità ossea. (1)

Per quanto riguarda il trattamento delle calcificazioni con onde d’urto, l’obiettivo terapeutico, contrariamente a quanto si pensi, non è distruggere in modo diretto calcificazioni, ma stimolare effetti biologici che conducono al loro riassorbimento, alla rigenerazione e riparazione dei tessuti danneggiati. (2)

 

Esistono casi particolari per i quali le onde d’urto possono essere utilizzate con particolari accorgimenti:

  • Trattamenti miofasciali

  • Lesioni muscolari purché cicatrizzate

  • Ulcere cutanee

  • Spasticità

  • Disfunzione erettile

  • Polineuropatie

  • Morbo di De Quervain

  • Morbo di Dupuytren

  • Sindrome del Tunnel Carpale

Il trattamento fisioterapico con onde d’urto radiali è completamente non invasivo, non prevede l’uso di anestesia e non è detto che sia doloroso: la sensazione di fastidio dipende dalla soglia di sensibilità al dolore del paziente, dal tipo di frequenza e potenza impostate in base alla tipologia di problema da trattare. Il corretto dosaggio e l’applicazione appropriata delle onde d’urto consentono di ridurre a rari casi la comparsa di complicanze. È possibile notare un piccolo e transitorio arrossamento cutaneo, in genere della durata di qualche ora.

Le controindicazioni al trattamento, in accordo alle linee guida della International Society of Musculoskeletal Shockwave Therapy (ISMST) alle onde d’urto:

    • Gravidanza

    • Tumori

    • Cartilagini di accrescimento (solo per le onde d’urto focali)

    • Presenza di organi cavi nell’area da trattare (solo per le onde d’urto focali)

    • Gravi coagulopatie e/o terapia con anticoagulanti (solo per le onde d’urto focali).

 

La seduta ha una durata variabile: può variare da 5 a 10 minuti per zona, anche in questo caso dipende dalla frequenza dei colpi impostati e dalla superficie da trattare.

Molto spesso è indicato completare il trattamento con la terapia manuale, massoterapia ed esercizio terapeutico, utili a rispristinare la funzionalità del movimento e finalizzare il gesto (3).

Nel periodo di terapia il paziente non deve limitare le sue attività di vita quotidiana: sarà semplicemente necessario attenersi ai consigli del fisioterapista, il quale darà indicazioni su eventuali accorgimenti e/o esercizi da eseguire a casa.

Il numero di trattamenti necessari dipende dalla gravità della patologia; un ciclo può essere composto da 3 a 5 applicazioni, con un intervallo minimo di 72 ore e massimo di 7 giorni tra le sedute.

Le onde d’urto danno immediatamente effetto antidolorifico, ecco perché trovano largo impiego in caso di patologie ortopediche particolarmente invalidanti ed in caso di atleti che necessitano di essere sempre performanti.

In caso di dolore acuto anche una sola applicazione può determinare la scomparsa del dolore; tuttavia l’obiettivo del programma terapeutico è la risoluzione del problema, e non solo del sintomo, quindi è necessario completare tutto il ciclo di terapia previsto dal progetto riabilitativo.

Nelle patologie in fase cronica, soprattutto se non trattate in precedenza e di lunga insorgenza, possono essere necessari più trattamenti.

In conclusione, le onde d’urto rappresentano la terapia fisica validata dal maggior numero di lavori scientifici, dimostrandone l’efficacia anche a distanza di alcuni anni dal trattamento.

 

Bibliografia

  1. Buselli P., Coco V., Notarnicola A., Messina S., Saggini R., Tafuri S., Moretti L., Morettiz B., (2010), “Shock Waves in the treatment Of Post Traumatic Myositis Ossificans”, Ultrasound in Med. & Biol, Vol. 36, No. 3.

  2. Notarnicola A, Moretti L, Tafuri S, Forcignanò M, Pesce V, Moretti B Reduced Local Perfusion after shock Wave tratment of rotator cuff tendinopathy:Ultrasound in Med. & Biology, Vol.37, No.3 pp. 417-425, 201;

  3. Tonelli F., Carulli C., Macera A, Bonaventura Gambardella F. M., Innocenti M (2015), “L’applicazione delle onde d’urto nelle tendinopatie” Giornale Italiano di Otopedia e Traumatologia 2015; 41: 238-242, Clinica Ortopedica, Università di Firenze;

  • Mercoledì, 15 Maggio 2019 07:36

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